SECONDO NORMA ISO 9927-1 
                      
                      
Gli apparecchi di sollevamento ed i relativi componenti del gruppo dei meccanismi (di traslazione, rotazione, sollevamento ecc.) sono concepiti e realizzati per resistere a un numero massimo di cicli di carico o ore di funzionamento, oltre i quali possono insorgere nei componenti fenomeni di affaticamento strutturale, ovvero di lesioni sul materiale (come cricche, ecc.), non sempre a vista, che ad ogni ciclo di carico si amplificano, comportando l’indebolimento di sezioni strutturali con conseguenti possibili cedimenti. 
                      
E’ per questo motivo che, da sempre, la normativa tecnica del settore, ovvero la ISO 9927-1 e correlate (ISO 12842 e FEM 9.755), impone per TUTTI gli apparecchi di sollevamento l’esecuzione obbligatoria da parte di un ingegnere esperto, di una indagine supplementare, ovvero una verifica più approfondita rispetto alla consueta verifica manutentiva (detta anche “relazione dei cicli residui”, “indagine decennale o ventennale”, “calcolo della vita residua” oppure ancora “verifica strutturale”), che consiste in un esame strutturale completo ed approfondito della macchina e dei suoi componenti del gruppo dei meccanismi e nella valutazione della “vita residua”, ossia la determinazione del numero dei cicli di carico che può ancora compiere in sicurezza l’apparecchio di sollevamento, con l’attestazione delle eventuali relative nuove portate nominali. 
                      
A valle dell’indagine eseguita, l’ingegnere esperto può prescrivere degli interventi di manutenzione e di eventuale riparazione per ripristinare la sicurezza del mezzo i quali hanno un impatto economico decisamente inferiore di una rottura o ancora peggio degli esiti giudiziari e personali causati da un incidente. 
                      
Come possiamo esservi d’aiuto?
                      
Il team di ingegneri e tecnici SFERA è in grado di affiancarti con:
                    
Come si effettuano i Controlli Non Distruttivi? 
I controlli non distruttivi (CND) sono effettuati con particolari procedure di controllo, eseguite con metodologie non invasive, ovvero che non alterano le qualità, l’omogeneità formale e l’integrità della struttura dei materiali. Tali controlli quindi permettono di eseguire verifiche sulle parti di carriponte, gru a torre, gru su autocarro e apparecchi di sollevamento in generale, senza comprometterne le funzionalità. 
                      
Si suddividono in: 
                      
A: Esame Visivo VT – (controllo Superficiale) Il controllo non distruttivo con esame visivo (VT) ha lo scopo di individuare difetti superficiali, le cui interpretazioni e valutazioni vengono effettuate oggettivamente dall’operatore in base a specifici parametri di accettabilità. 
                      
B: Esame Magnetoscopico MT – (controllo Superficiale – rilevazione difetti sottopelle fino a 3 mm) Questo tipo di controllo viene eseguito su materiali ferromagnetici. Sulla componente da analizzare viene applicato un campo magnetico. L’introduzione di speciali polveri metalliche permette di vedere la variazione delle linee di flusso all’interno del campo magnetico creato che permettono di evidenziare i difetti sul materiale. 
                      
C: Liquidi penetranti PT – (controllo Superficiale) 
Tale metodologia sfrutta il principio della capillarità nell’introduzione di un liquido che penetra nelle parti difettose evidenziandole tramite contrasto cromatico. 
                      
D: Ultrasuoni UT – (controllo Volumetrico) 
Questo metodo di verifica sfrutta la propagazione di onde ultrasonore che si generano all’interno di un componente. Un apparecchio ricettore, collegato a uno schermo, permette di osservare il comportamento delle onde all’interno della componente analizzata evidenziandone eventuali difformità. A differenza dei precedenti metodi, è l’unico CND di tipo volumetrico che permette cioè di rilevare anche difetti presenti all’interno del materiale. 
                      
AVETE BISOGNO DI NOI SE 
                      
Siete proprietari o utilizzatori di apparecchi di sollevamento come apparecchi di tipo fisso (carriponte, gru monorotaia, gru a bandiera, ecc.), di tipo mobile (come autogru, gru su autocarro ecc.) o trasferibile (gru a torre, ecc.) oltre ai ponti mobili sviluppabili su carro ad azionamento motorizzato (PLE) in servizio da più di 10 anni (al limite 20 anni). 
                      
Infatti il termine dei 20 anni deve intendersi solo come limite ultimo oltre il quale l’ispettore degli Enti/Soggetti Abilitati non può più effettuare le verifiche di legge sulle tipologie di apparecchi sopra indicate in assenza dell’indagine strutturale: a seconda delle condizioni d’uso e dello stato manutentivo dell’attrezzatura potrebbe essere necessario eseguire tale indagine prima. 
                      
A tal proposito nel libretto di uso e manutenzione il fabbricante spesso indica di effettuare l’indagine ogni 10 anni (decennale), poiché dopo tale periodo decade ogni responsabilità attribuibile al fabbricante stesso per cedimenti, incidenti, ecc.
                      
Quindi… DECENNALE O VENTENNALE? 
                      
Ai sensi dell’art. 71 c. 8 D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro ha l’obbligo di far effettuare tali indagini sugli apparecchi di sollevamento ogni volta che risulta necessario considerando:
                    
Per quanto riguarda le norme tecniche, la UNI ISO 9927-1 al punto 4.7 e la ISO 12482-1 al punto 6.2 impongono che tali indagini approfondite vengano effettuate:
Rimane comunque il fatto che in sede di verifica degli Enti/Soggetti Abilitati, l’ispettore possa richiedere tale indagine a prescindere dall’età dell’attrezzatura nel caso che le condizioni di conservazione non siano soddisfacenti.